I 10 tessuti più costosi al mondo

by fashionsnobber

Ti stai chiedendo perché alcuni vestiti hanno delle cifre esorbitanti vero? Beh, ovviamente dipende dal nome e dalla creatività del designer ma il più lo fanno i tessuti che vengono utilizzati. Come sai ne esistono diversi tipi e a seconda della materia prima o della difficoltà con cui vengono creati il prezzo può variare notevolmente. Che sia perché alcuni sono più rari ed esotici, altri richiedono una lavorazione molto complessa che li rende difficili da realizzare o semplicemente perché sono molto richiesti in questo articolo scoprirai i 10 tessuti più costosi al mondo e cosa li rende molto più pregiati di quelli ordinari a cui siamo abituati.




Quali sono i tessuti più costosi al mondo

Tessuti più costosi al mondo.

Il prezzo di un tessuto è dato da diversi fattori. Infatti a seconda delle fasi di produzione a cui è sottoposto il costo può variare notevolmente. Generalmente però possiamo dire che il costo di un tessuto è dato da:

  • Facilità nel reperire la materia prima;
  • Qualità della materia prima;
  • Presenza di decorazioni e/o inserti;
  • Costi di produzione e trasporto della materia prima.

Detto questo scopriamo insieme i primi 10 tessuti più cari al mondo partendo da quello che costa meno fino ad arrivare al più pregiato.

10. Puro Lino

Tessuti più costosi al mondo: il puro lino è al decimo posto.

L’ultimo posto nella classifica dei 10 tessuti più costosi al mondo se lo aggiudica il lino puro. Conosciuto fin dai tempi dell’antico Egitto oggi il maggior produttore di questo tessuto è la Russia. Seguito da Francia, Belgio, Olanda e Polonia.

Il lino è una fibra vegetale che si ricava dalla parte sottostante della corteccia della pianta del lino che poi viene intrecciata fino a conferirgli una consistenza delicata. Il tessuto così creato risulta fresco, lucente e con un’elevata resistenza.

A seconda del luogo di origine si divide in diverse tipologie:

  • D’America: Dona una fibra buona e resistente.
  • Di Caendia: Caratterizzato da uno sviluppo elaborato.
  • Marino: Coltivato vicino alle coste dell’America meridionale e caratterizzato da fiori gialli.
  • Di Narbona: Coltivato nel mezzogiorno della Francia.
  • Reale: Coltivato in Belgio si distingue per i suoi fiori bianchi.
  • Di Riga: Più sviluppato degli altri ha i fiori azzurri, dona una fibra abbondante, molto elastica e resistente.
  • Di Siberia: Dona una fibra abbondante ma ruvida e poco adatta per la tessitura.

Per quanto riguarda la qualità del tessuto questa è data dalle diverse tempistiche di raccolta:

  • Lino bleu: Raccolto quando il fusto della pianta è ancora verde e il seme è ancora molle. E’ la qualità più pregiata per la sua finezza nonostante non sia particolarmente resistente.
  • A maturazione gialla: Qualità commerciale più diffusa raccolta quando la maturazione è quasi completa. La fibra è buona, elastica e resistente.
  • A maturazione piena: Raccolto quando la pianta del lino raggiunge la sua completa maturazione. Dona filamenti ruvidi e poco adatti alla filatura. Per questo è la qualità più scadente.

Infine c’è da dire che il lino è anche tra i tessuti più comuni in circolazione ma si merita un posto tra i più pregiati grazie alla sua ricca storia ed un meccanismo di fabbricazione che comunque è piuttosto complesso.

9. Selvedge denim o cimosa

Come riconoscere il selvedge denim da quello classico.

Il classico denim grezzo è quel tessuto di cotone grossolano e robusto che tutti noi conosciamo. Ma non tutti sanno dell’esistenza del denim cimosa, meglio conosciuto come Selvedge Denim, che si aggiudica un posto nei tessuti più costosi al mondo. Questa particolare stoffa è caratterizzata dalla presenza di bordi naturali capaci di resistere allo sfilacciamento. E’ quindi di qualità superiore perché più difficile da produrre in quanto richiede una particolare lavorazione di tessitura che avviene su antichi telai a navetta molto più piccoli di quelli moderni a proiettile maggiormente utilizzati per questo tipo di prodotti. Un capo in selvedge denim si riconosce facendo caso alla rifinitura interna quando lo risvoltiamo. Il denim cimosato presenterà dei bordi autodefiniti in filo continuo su ciascun lato del tessuto che li permette di non sfilacciarsi o sfaldarsi. Solitamente la cimosa è bianca con un filo colorato nel mezzo. In un denim classico sono invece presenti delle cuciture molto più abbondanti e doppie.

Dettaglio della cimosa di un jeans in selvedge denim.

I principali produttori più qualificati sono i giapponesi che dal 1980 hanno acquistato la maggior parte dei vecchi telai a navetta americani ed hanno iniziato a produrre un selvedge denim di alta qualità. Uno dei segreti del successo del denim giapponese è il rispetto per la materia prima e il valorizzare quelle tecniche di produzione artigianali che rendono ogni capo di jeans curato nei minimi dettagli ed assolutamente unico. Generalmente viene venduto e indossato non lavato.

8. Lotus Flower: il tessuto dei fiori di loto birmani

Lotus Flower: il tessuto dei fiori di loto birmani.

Leggenda narra che un secolo fa una ragazza di una pagoda buddista ha raccolto un fiore di loto per donarlo al monaco del tempio. Notando un filo che usciva dallo stelo del fiore reciso lo ha preso intrecciandolo in una veste per il monaco. In realtà in Birmania sono secoli che le fibre ricavate dal fiore di loto vengono lavorate per tessere le stoffe con cui realizzare gli abiti dei monaci buddisti più importanti. Questa pratica è molto diffusa introno al Lago Inle nel quale cresce spontaneamente formando dei tappeti di fiori galleggianti davvero suggestivi.

Per creare la stoffa con i fiori di loto birmano questi vengono raccolti da Maggio a Dicembre e la fibra deve essere filata subito o al massimo entro 24h dalla raccolta altrimenti si rovina. Il filo si ottiene unendo dai 3 ai 5 steli che vengono lavorati manualmente dalle donne del luogo. Per ottenere un metro di tessuto occorrono circa 32.000 steli. E’ un processo di tessitura che richiede molto tempo ed essendo fatto interamente a mano lo rende uno dei tessuti più cari.

Il brand di moda che lo ha scoperto e ne ha fatto il suo cavallo di battaglia è Loro Piana di cui ne ha registrato il nome come “Lotus Flower“.

Chiamato “l’ultimo gioiello delle fibre tessili” è un tessuto raro leggerissimo, morbido, traspirante e che non si stropiccia. Una via di mezzo tra cotone e puro lino.

7. Seta di gelso

Seta di Gelso.

Nota in tutto il mondo per la sua straordinaria morbidezza la seta di gelso, o seta Mulberry, è realizzata dalla secrezione di due ghiandole dei bozzoli dei bachi da seta addomesticati, chiamati “Bombyx mori”, alimentati esclusivamente con le foglie di Gelso. Il tessuto ricavato ha un colore ed una consistenza uniformi con qualità ipoallergeniche. Rispetto agli altri tipi di seta è anche più leggera, morbida e traspirante. E’ la fibra di seta naturale considerata più pregiata per i suoi filamenti finissimi e molto regolari.

6. Pelliccia di leopardo

Pelliccia di leopardo.

Ammetto che non mi fa assolutamente piacere parlarne perché per me è una follia inconcepibile che ancora si possano produrre stoffe simili, ma tra i tessuti più costosi al mondo si aggiudica un posto anche la pelliccia di leopardo. Purtroppo, per quanto mi sforzi nel cercare di capire perché non possa essere meglio acquistarne una finta, ancora oggi ve n’è una grande richiesta. Probabilmente dovuto dal fatto che tra tutte le pellicce è considerata quella più elegante, prestigiosa e rara. Una sorta di must-have sanguinario che a quanto pare è duro a morire.

5. Cervelt

Il tessuto Cervelt è tra i più costosi al mondo.

Arriva dalla Nuova Zelanda dove la popolazione locale ha dovuto adattarsi per affrontare i venti gelidi provenienti dall’Antartide. Il Cervelt è una fibra naturale al 100% ottenuta da una specie selezionata di cervo rosso. La fibra estratta dal sottovello del mantello di cervo rende impossibile una produzione su larga scala ed è molto rara per via che da un singolo animale se ne possono raccogliere solo 20 grammi all’anno. Per fare un solo maglione occorrono i velli di circa 14 cervi rossi.

Il Cervelt è stato lanciato dall’azienda neozelandese Douglas Creek e viene trasformata da fibra in filato ed infine in tessuto da aziende tessitrici specializzate in Italia.

Definito il “diamante dell’abbigliamento” il Cervelt è caldo, elastico, soffice, più sottile del cashmere e non si stropiccia.

4. Baby Cashmere

Il Baby Cashmere è tra i tessuti più costosi al mondo.

Il cashmere è una fibra tessile molto pregiata che si ricava pettinando manualmente il pelo della capra hircus in modo da separare la parte fine e soffice da quella lunga e setolosa. La quantità di fibre che si ricava da un esemplare adulto è piuttosto esigua e si aggira intorno ai 100/200 grammi all’anno durante la stagione della muta in primavera. Questi esemplari di capre vivono nelle regioni montuose degli altipiani dell’Asia e portano il nome del Kashmir, una vecchia regione di cui facevano parte storicamente Cina, India e Pakistan. Le principali caratteristiche di questo tessuto sono il suo calore, il drappeggio, la finezza e la sofficità.

Il Baby Cashmere è prodotto nel nord della Cina e in Mongolia ed è la versione più esclusiva che manca per poco il podio dei tessuti più costosi al mondo. Si produce dal sottovello delle piccole capre hircus una sola volta nella loro vita e se ne ricavano non più di 30/40 grammi ad esemplare. Rispetto al cashmere classico è molto più fine e morbido.

Podio dei tessuti più cari al mondo

3. Shahtoosh: il re delle lane fini

La lana Shahtoosh è tra i tessuti più costosi al mondo.

Originario del Nepal e dell’India lo shahtoosh, che significa letteralmente “re delle lane fini“, è un tessuto che si ricava dal pelo dell’antilope tibetana, chiamata Chiru. Incredibilmente raffinato è noto soprattutto per la realizzazione di scialli di cui sono capaci di intrecciare e maneggiare la fibra solo dei maestri tessitori del Kashmir. E fin qui tutto ok, se non fosse che per produrre un solo scialle vengono uccise dalle 3 alle 5 antilopi, oggi in via di estinzione. Fortunatamente il commercio di questo tessuto e dei suoi prodotti è diventato illegale in quasi tutto il mondo. Tuttavia a causa dell’elevata domanda i bracconieri e il contrabbando non si fermano e il costo di uno scialle in shahtoosh può arrivare a 20.000 dollari.

2. Lana di Guanaco

Lana di Guanaco: il secondo tessuto più costoso al mondo.

Il Guanaco è un camelide simile al lama diffuso in Sudamerica. Presenta un manto doppio più ruvido all’esterno e un pelo più soffice all’interno da cui si ricava una fibra che viene utilizzata per creare la lana di Guanaco, prodotta quasi esclusivamente in Argentina, simile alla vigogna ma meno fine. Essendo un animale protetto perché vengono cacciati anche per la loro carne e la pelle, nonostante non sia mai stato sull’orlo dell’estinzione, per utilizzare la fibra bisogna ottenere dei permessi speciali che ne garantiscano il prelievo del pelo da esemplari allevati. In media da un animale adulto si ricavano dai 400 ai 600 grammi di fibra e data la sua rarità la lana di Guanaco è la seconda materia prima più costosa nell’industria dell’abbigliamento con costi che possono raggiungere i 30.000 dollari per un maglione.

1. Lana di vigogna: il tessuto più costoso al mondo

Lana di Vigogna: il tessuto più costoso al mondo.

La lana di vigogna, o “fibra di Dio” perché un tempo indossata solo dai reali Inca, proviene dalla pecora Vicuña allevata sulle Ande peruviane e si aggiudica il primo posto dei tessuti più cari al mondo. La fibra può essere raccolta solo dalla schiena e dal collo della pecora una volta ogni due anni producendone circa 250 grammi ad animale adulto. Inoltre il processo di intelaiatura a mano richiede molto tempo con costi altrettanto elevati. Per questo un completo in lana di vigogna può arrivare a costare anche 50.000 dollari.

Il risultato finale però è un tessuto di una finezza e morbidezza non riscontrabili in nessun altro tipo di lana al mondo. Eccezionalmente caldo, leggero, morbido e soffice solitamente viene più utilizzato per cappotti e mantelli di altissima qualità.

Altri tessuti molto costosi

Nel 2015 un brand italiano maschile ha prodotto un tessuto nato dall’incontro tra il pregiato cotone egiziano e fibre d’oro 24 carati. Dobbiamo quindi tenere in considerazione che se si comincia ad impreziosire una qualsiasi stoffa con delle fibre di questo tipo inevitabilmente la cifra lievita e potrebbe strappare un qualsiasi primato.

Ora che sai quali sono i tessuti più costosi al mondo dimmi, per quale faresti carte false? Io probabilmente per il denim giapponese e il Lotus Flower. Per tenermi al caldo mi vanno benissimo le lane miste low cost. 😉

Per approfondire altro leggi: I tessuti di moda più glamour di sempre.

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